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IL MONASTERO DI VOCABOLO VICINATO

 

Il complesso monastico di Vocabolo Vicinato giace da anni in stato di grave abbandono, pur essendo proprietà dell'Università degli studi di Perugia.

Un gruppo di investitori americani interessati ha recentemente proposto un piano di ristrutturazione e gestione, ma l'università non ha mai risposto.

 

Storia di Vocabolo Vicinato o Borgo Vicinato

Nel borgo Vicinato vi sono attualmente 6 fabbricati, tutti antichi e tutti già presenti nel catasto Chiesa del 1729-30. Uno di questi edifici è l’imponente monastero domenicano di 2-4 piani con un bel cortile interno. Il monastero domina tutta la valle sottostante, con vista su Pieve Caina, sui castelli di Castiglione della Valle e Monticelli ed anche sulla parte alta di Perugia a circa 18 chilometri di distanza. Ha un laghetto naturale alimentato da una fonte sotterranea ed è circondato da un immenso bosco. Un altro edificio è un pregevole palazzo rettangolare di 3 piani  con una targa che indica l’anno 1536. Nel borgo c’è anche una cappella dedicata a San Vincenzo, un santo domenicano, e il prof. Francesco Cavalluci, nel suo libro su Marsciano (Cavallucci Francesco, Editrice La Rocca, 2005), riferisce che fino agli anni 60 si celebrava al borgo la festa di San Vincenzo Ferrer. Ora il borgo è totalmente abbandonato, ma fino agli anni 60 vi abitavano oltre 100 contadini, molti dei quali sono poi emigrati, soprattutto a Torino. I tetti dei 6 fabbricati sono stati danneggiati da molti furti e dal terremoto del 15 dicembre 2009.  
Il borgo è oggi di proprietà del Collegio Pio della Sapienza, una fondazione nata nel 1825 dalla unificazione del Collegio della Sapienza Vecchia e del Collegio della Sapienza Nuova. Il collegio Pio è stato sottoposto nel 1964, per decreto ministeriale, alla gestione dell’Università di Perugia, che se ne è accollata i debiti. Ambedue i collegi hanno avuto nel corso dei secoli come unico scopo quello di sostenere agli studi presso l’Università di Perugia studenti poveri e meritevoli, anche se spesso venivano ammessi pure studenti ricchi e nobili. 
Il Collegio della Sapienza Vecchia fu creato nel 1362 dal cardinale Nicolò Capocci, vescovo di Frascati e legato pontificio in Umbria. Quello della Sapienza Nuova fu creato nel 1427 da monsignor Benedetto Guidalotti, discendente di una ricca famiglia perugina e già vescovo di Sulmona e Valva. Al momento della nascita del Collegio della Sapienza Nuova le rendite di Pieve Caina e del Vocabolo Vicinato furono applicate al Collegio da papa Gregorio XII e successivamente confermate nel 1431 da papa Eugenio IV.
Francesco Cavallucci sostiene inoltre che il cardinale Francesco Armellini-Medici, prolegato di Leone X in Umbria e deceduto nel 1527, aveva terre e palazzi al borgo Vicinato. Personaggio eminente, cresciuto alla corte pontificia di Leone X, ottenne dal papa Medici l’autorizzazione di aggiungere al proprio cognome quello del casato del pontefice. Anche Villa Umbra a Pila, oggi di proprietà della Provincia di Perugia, era del cardinale Armellini-Medici.
Il fiume Nestore scorre a 150 metri a valle del Vocabolo Vicinato ed il fiume Caina a circa 800 metri. I due fiumi confluiscono a circa 1 chilometro a sud est del Vicinato. Nel 595 la valle sottostante era stata tutta allagata dai bizantini per difendere meglio il corridoio bizantino dai longobardi della Tuscia. Per allagare la valle i bizantini costruirono una diga di circa 8 metri sul fiume Nestore, poco dopo la confluenza dei due fiumi. Fino al 774 il “lago bizantino” costituì il confine del corridoio ad ovest di Perugia con Pieve Caina dal lato bizantino ed il Voc. Vicinato dal lato longobardo. I benedettini del monastero di S. Pietro di Perugia bonificarono poi la valle dopo il 965. Nel 2009 abbiamo ritrovato alcuni resti della diga (per maggiori informazioni sulla presenza bizantina nel Contado e sul lago, si veda la storia del contado e la relazione di Franco Boschi).
Un ponte sul fiume Caina in prossimità di Pieve Caina e del Voc. Vicinato risale probabilmente agli inizi del XII secolo. Il ponte è stato restaurato nel 1316 e rifatto nel 1515 a spese del comune di Perugia che decretò: “…per beneficio dé viandanti ….. sopra il fiume del Caina da farsi non lungi dal Castello di Monticello” (Bonazzi Luigi, “Storia di Perugia dalle origini al 1860”, Tipografia di Vincenzo Santucci, Perugia, 1875, ristampato nel 1959 da Unione Arti Grafiche, Città di Castello, vol. I, p. 421). Il ponte in oggetto deve essere quello in prossimità del Castello di Monticelli, a circa 1,5 km da Pieve Caina e a circa 2 chilometri dal Voc. Vicinato.
Per capire perché il ponte fosse molto importante occorre ricordare che la Val di Chiana e la Via Cassia sono rimaste allagate dal 1054 fino a circa il 1780 perché nel 1054 la città di Orvieto aveva  costruito una diga sul fiume Chiana a nord della città per allagare la valle e difendersi così più facilmente da Siena, Perugia e Arezzo. L’allagamento si estendeva da poco a nord di Orvieto fin quasi ad Arezzo (Boschi Franco, “La Val di Chiana”, capitolo I del volume “La Val di Chiana comparata al Canal du Midi”, di Francesca Anemona ed altri, Quaderni del Centro di Studi Storici e Consulenze di Roma, , Biblos-Edizioni Il Pavone, Chianciano Terme (Siena), 2008). Per quasi otto secoli, l’allagamento della Via Cassia ha avuto come conseguenza il fatto che molti eserciti e papi che viaggiavano da Roma a Chiusi e Firenze passavano per Todi, Marsciano, Cerqueto e arrivavano in prossimità del lago Trasimeno attraversando il ponte di cui si è parlato nel paragrafo precedente.
Per esempio nel 1312 le truppe dell’imperatore del sacro romano impero Arrigo VIII passarono per queste valli, saccheggiarono Marsciano per 6 giorni e conquistarono Cerqueto, Morcella, Sant’Elena, San Martino in Colle, Spina, Sant’Apollinare e Monte Vibiano.
Nel 1393  Braccio Fortebraccio da Montone, all’arrivo vicino a Perugia di truppe papaline, fuggì con il sue unità da Perugia a Pieve Caina. Egli era allora solo uno dei comandanti delle truppe comunali. La fuga da Perugia fu una manovra tattica. Al momento opportuno attaccò le truppe papaline di sorpresa ed alle spalle, riportando una splendida vittoria (Bonazzi Luigi, 1875, Vol. I, pag. 489). Nel 1416 Braccio Fortebraccio da Montone attaccò il contado di Perugia conquistando prima  Castiglione della Valle, Pieve Caina, San Biagio della Valle e S. Apollinare (Bonazzi Luigi, 1875, Vol. I, p. 499).

Nel 1530 le truppe dell’imperatore Carlo V, dopo il sacco di Roma, passarono per l’Umbria. I magistrati di Perugia autorizzarono le truppe imperiali a passare per l’Umbria, a condizione di suddividerle in tre contingenti, e ad alloggiare in tre luoghi diversi: San Martino in Campo, Pieve Caina e Castiglione del Lago. I magistrati stanziarono all’uopo 20.000 ducati d’oro. Riferisce Giulio di Costantino che i soldati di Carlo V “pagarono  tutte le vettovaglie e passarono come pecorelle”. Bontempi dice che “non azzopparono una gallina” e a Perugia e dintorni furono risparmiati i gravi danni di Siena (Bonazzi Luigi, vol. II, p. 102).

 

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