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LA STORIA DEL CONTADO

 

Da San Costanzo al “corridoio bizantino”

Nel 174 dopo Cristo sotto l’imperatore Marco Aurelio, durante una persecuzione dei cristiani, San Costanzo, primo vescovo di Perugia ed uno dei suoi tre protettori, si rifugiò a Monticelli nel Contado di Porta Eburnea. 
Dopo la caduta dell’impero romano d’occidente e l’invasione dell’Italia centrale da parte dei longobardi, intorno all’anno 570 dopo Cristo, l’impero romano d’oriente continuò a controllare le città di Roma e Ravenna e riuscì a difendere per 200 anni il cosiddetto “corridoio bizantino” che garantiva i collegamenti fra le due città. Perugia era dentro al corridoio. Il territorio perugino confinava ad est con i longobardi del ducato di Spoleto, che controllavano i territori oltre il Tevere; ad ovest si trovavano i longobardi del ducato della Tuscia, che invasero il corridoio nel 593. In seguito a questa invasione i bizantini crearono un lago artificiale che attraversava il Contado di Porta Eburnea, al fine di creare sul confine occidentale una barriera naturale analoga al tevere che proteggeva il confine orientale. La linea di sfondamento dell'attacco longobardo del 593 e i contorni del lago sono visibili sulle mappe qui sotto.

sfondamento longobardo del 593

La storia della presenza bizantina e longobarda nel Contado è raccontata nella relazione di Franco Boschi.

 

I benedettini nel Contado

La storia dei benedettini nel Contado inizia con Pietri Vincioli, il fondatore nel 965 del monastero di S. Pietro a Perugia, la cui famiglia era originaria del Contado. Nel 1022 una bolla papale conferma all’abate Pietro Vincioli il controllo dei beni ecclesiastici del Contado.
I benedettini svolsero un ruolo primario nel bonificare il Contado, poiché erano interessati alle attività agricole e all’aumento dei terreni da sfruttare. Dopo le bonifiche, buona parte dei terreni del Contado diventarono di proprietà del monastero, che aveva nel Contado numerose di abbazie, “grange” e parrocchie, come si vede nelle figure sottostanti.

abbazie benedettine grange benedettine

 

Il Contado dopo il 1350

Il Contado si trovava su uno dei percorsi medievali della via Cassia, e fu quindi molte volte attraversato da papi, condottieri e imperatori, in molti casi accompagnati dai loro eserciti.
Nel 1312 il Contado fu attraversato dalle truppe dell’imperatore del sacro romano impero Arrigo VIII. Nonostante la promessa di mantenere salve le persone e le cose, ci fu una continua sequela di saccheggi e di incendi. Pare che la città di Todi avesse convinto l’imperatore ad attaccare Marsciano ed il suo territorio.
Nel 1364 la Compagnia Bianca, formata in prevalenza da inglesi e ungheresi, discese in Italia insieme alla peste, guidata da Giovanni Marchese di Monferrato. La Compagnia Bianca arrivò nel Contado, dove si scontrò nel 1365 con le truppe Perugine, che le inflissero una dura sconfitta. La Compagnia Bianca tornò nel perugino nel febbraio 1367 e invase anche il Contado, seminando distruzione e morte. Il 27 marzo 1367 sconfisse i perugini nella battaglia di Ponte S. Giovanni.  
Alla fine del quattordicesimo secolo le truppe papaline minacciavano Perugia. Braccio Fortebraccio da Montone, uno dei comandanti delle truppe comunali, abbandonò la città e si ritirò con il sue unità nel Contado. La fuga da Perugia fu una manovra tattica. Al momento opportuno attaccò le truppe papaline di sorpresa alle spalle, riportando una schiacciante vittoria. Braccio Fortebraccio, dopo aver lasciato Perugia per fondare la propria compagnia di ventura e mettersi al soldo dei potentati rivali, attaccò Perugia nel 1416 e prese possesso dei territori del Contado di Porta Eburnea.
Nel 1530 le truppe dell’imperatore Carlo V che avevano saccheggiato Roma attraversarono il Contado. I magistrati di Perugia autorizzarono le truppe imperiali a passare e stanziarono all’uopo 20.000 ducati. Fu così che a Perugia e dintorni furono risparmiati i gravi danni che invece subì Siena.

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